CB: Palazzo Massarani a Mantova
in maggio in occasione di MantovaCreativa e subito dopo la Torre Massimiliana:
come hai vissuto il rapporto col tempo passato?
CT: Senza conflitti. Vivo il
confronto con l’architettura e la storia con la sensazione costante di
“riabitare” un luogo, in un gioco di sovrapposizioni, di dimenticanze. A
livello visivo costruisco gli allestimenti pensando a un risultato mimetico,
dove l’opera d’arte si fonde con quello che trova.
CB: Esiste un rapporto tra le
scelta del cemento e la "concretezza" di questi spazi?
CT: C’è una sovrapposizione: il cemento
è elemento costitutivo di piccoli pezzi che vanno a raggrupparsi in
installazioni e materiale costituente di edifici. Gli oggetti utilizzati per i
calchi – in negativo – sono d’uso comune, ma diventano frammenti depositati,
come in un sito archeologico.
CB: Un palazzo nobiliare da un
lato e uno spazio militare dall'altro: come vibrano con la tua scultura?
CT: Scelte formali. La Torre è a
pianta circolare, è stato naturale quindi inserire elementi con la stessa
struttura, che ammassati gli uni sugli atri danno un senso di instabilità,
antitetico alla solidità della costruzione. Nel palazzo c’è un rimando al senso
di abitare senza la determinazione di un racconto.
CB: Palazzo Massarani
in Mantova in May during MantovaCreativa and after the Torre Massimiliana: how
have you feel the relation with the past?
CT: Without conflicts.
I feel the comparison with the architecture and the history with the constant
sensation to re-habit the space, in a game of overlaps and omissions. When I
settle the exhibition I always look for a mimetic result.
CB: Is there a
relation between the choice of the concrete and the concreteness of the spaces?
CT: There’s a overlapping:
the concrete is the constitutive element of objects of little dimensions that
create my installation in the buildings. The shapes of the objects come from
the common life but in this way they become as fragments on the floor, as in an
archaeological site.
CB: A noble palace in
a case and a military space in the other: how they vibrate with your
sculptures?
CT: Formal choices.
The Tower has a circular plan, so it was natural for me to settle the elements
in the same structure, in the way to create a sense of instability, in the
opposition of the solidity of the architecture. In the palace there’s a reference
to the sense of living without the determination of a narration.