martedì 27 novembre 2007
Mario Ceroli
6 ottobre - 2 dicembre 2007
Roma, Palazzo delle Esposizioni (via Nazionale, 194)
Segnalo l’interessante mostra che il “risorto” Palazzo delle Esposizioni di Roma dedica a Mario Ceroli, star dell’arte povera italiana da quando alla Biennale del 1966 vinse il premio della scultura con Cassa Sistina.
Curata da Maurizio Calvesi e Claudia Terenzi, la mostra presenta pezzi storici, come Prova d’orchestra (1979) e i suoi famosi profili che gli valsero prestigiose collaborazioni teatrali con Ronconi, Pasolini, Sinopoli... A questi si affiancano opere realizzate appositamente per quest’occasione, come la grande installazione del salone centrale che pecca un po’ nella cura dell’allestimento e forse, ai più accorti, ricorda troppo da vicino Anish Kapoor! Valgono senza dubbio la visita le ceneri del 2007 tra cui spicca il senza titolo che ripropone il Cristo in scurto del Mantegna virato a legno: abile lavoro d’intaglio che riporta Ceroli prontamente alla dimensione “del fare”. Neo della mostra – ma vizio di molti musei italiani – non si possono fare fotografie!
I publish the interesting exhibition that the neo-restored Palazzo delle Esposizioni in Rome has dedicated to Mario Ceroli, star of the Italian Arte Povera since in 1966 he won the sculpture price at the Venice Biennale with Cassa Sistina.
Curated by Maurizio Calvesi and Claudia Terenzi it presents some historic pieces, as Prova d’orchestra (1979) and his famous wood profiles, that has been also employed in some scenarios by Ronconi, Pasolini, Sinopoli... There are also works realized precisely for this occasion, as the great installation of the principal hall that fakes a bit in the setting up and, for the most watchful visitors could remember too closely Anish Kapoor! But just the ashes of the 2007 are without doubt a good reason to see the exhibition, in particular the senza titolo that translates the Mantegna’s Christ in Brera on wood: skill in the carving Ceroli is always deeply linked to the dimension of “making”. Flaw of the exhibition – but it’s a bad habit of a lot of Italian Museum – is the forbiddance to take any photos.