domenica 9 marzo 2008

Canova alla corte degli Zar. Capolavori dall’Ermitage di San Pietroburgo

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fino al 2 giugno 2008
Milano, palazzo Reale
mostra a cura di Sergej Androsov e Fernando Mazzocca
allestimento a cura di Roberto Peregalli e Laura Rimini

Ruota su un piedistallo girevole la Danzatrice con le mani sui fianchi nella prima sala della mostra così come l’aveva pensata Canova esponendola al Salon parigino del 1812, un trucchetto figlio della cultura barocca che lo scultore utilizzava per incantare gli aristocratici acquirenti.
Canova alla corte degli Zar. Capolavori dall’Ermitage di San Pietroburgo è una mostra molto elegante che colpisce per la bellezza dei pezzi – sei Canova affiancati da una trentina di opere di Finelli, Bartolini, Tenerani e Thorvaldsen – avvolge con la musica di sottofondo; funziona la luce fioca che “riscalda” i marmo e lascia appena intravedere alcune pareti fintamente délabré.
“Scultore nato morto”, tuonò Longhi di Canova; eppure basta il confronto della prima sala tra le teste dello scultore di Possagno e l’unica prova di Rinaldo Rinaldi per comprendere quanto calore ci sia in realtà nel marmo di Canova.  Le mostra testimonia la passione collezionistica della corte russa, in primis grazie allo zar Nicola I, per il neoclassicismo in generale ma per gli interpreti italiani (anche d’adozione come Thorvaldsen) in particolare.
Proprio di Nicola I la mostra milanese propone un austero ritratto del carrarese Luigi Bienaimé che cede a una piccolo vezzo di modernità nella modellazione del baffo.
La mostra si chiude in crescendo con Le tre grazie e una Maddalena penitente appena illuminata da un ampio lampadario calato dal soffitto: la donna ha un capello già così scarmigliato da preludere a tante Maddalene di Francesco Hayez.
Catalogo patinato e contenuti scientifici (non sempre le due cose vanno assieme!)
Per maggiori informazioni: www.comune.milano.it/palazzoreale

 It’s turning on herself on a mobile basement the Dancer of the first room as it was thought by Canova for the Salon of the 1912 in Paris, a Baroque trick to enchant his noble collectors.
Canova alla corte degli Zar. Capolavori dall’Ermitage di San Pietroburgo is an elegant exposition that strikes for the value of the pieces – six Canova and about thirty works by Finelli, Bartolini, Tenerani and Thorvaldsen – it wraps for the background music; a faded light “warms up” the marble and allows to notice the walls, artistically délabré.
“Sculptor born dead”, said the Art critic Roberto Longhi on Canova; but it’s easy to see the life in the Possagno sculptor if u compare him with for example the Rinaldo Rinaldi head always in the first room.
The exhibition witnesses the passion for the Ermitage court for the Italian Neoclassicism, even for the artists that decided to live in Roma, Thorvaldsen for instance.
The exhibition path closes in a spectacular way, the Canova’s
Tre grazie alone in a room and a Maddalena penitente just enlightened by a chandelier: she is so uncombed that she’s announcing the Romantic Maddalenas by Francesco Hayez.
Printing catalogue with scientific essays (it’s not rank!)
For further information:
www.comune.milano.it/palazzoreale