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giovedì 17 dicembre 2015

Elephant & Castle: la Grande Guerra


Domenico Rambelli

http://cav.unibg.it/elephant_castle/web/numeri_monografici/la-grande-guerra/24

In occasione della ricorrenza del centenario del I conflitto mondiale, tragico evento che segnò indelebilmente la storia e la società del XX secolo, Elephant & Castle dedica un numero ai monumenti della Grande Guerra, occasione per una riflessione sul concetto stesso di commemorazione. Il titolo dell’appello ha tenuto conto sia dell’espansione geografica dell’avvenimento – accogliendo per la prima volta anche un contributo in lingua francese – che delle differenti modalità analitiche, portandomi inevitabilmente alla creazione di un numero eterogeneo, con contributi dal taglio più tradizionalmente storico-artistico ad articoli che indagano gli aspetti legati alla percezione, alla riproduzione e riproposizione fotografica del monumento, sino alla testimonianza cinematografica e letteraria. Nell’impossibilità di esaurire un tema tanto vasto e sfaccettato in un solo numero monografico, gli otto contributi offrono altrettanti inediti punti di vista su singoli casi del fenomeno commemorativo. Il numero apre con due interventi su scultori italiani che bene esemplificano il passaggio da un linguaggio ancora tardo risorgimentale della commemorazione a soluzioni novecentiste, entrambi segnati dal dibattito sul monumento al Fante italiano. La figura di Vincenzo Pasquali (1871-1949) autore di numerosi monumenti ai caduti della Grande Guerra distribuiti sul territorio ligure è il soggetto dell’articolo di Alessandra Piatti che passa idealmente il testimone a Cristina Beltrami concentrata sul monumento ai Caduti di Viareggio, opera di Domenico Rambelli (1886-1972) alla ricerca di un aggiornamento linguistico rispetto alle formule della scultura europea e sperimentale relative al soggetto. I tre interventi successivi affrontano la questione della ricezione del monumento e del concetto di condivisione del cordoglio: Tommaso Casini prende in esame le effigi degli eroi della Prima Guerra al Pincio di Roma, la loro successiva mitizzazione propagandistica per infine analizzare le modalità di una percezione contemporanea che tocca le corde della memoria, spesso dell’oblio e arriva talvolta al gesto estremo della vandalismo. L’articolo di Katia Paronitti segue puntualmente il pellegrinaggio della salma del Milite ignoto registrando come l’evento sia stato riportato sia dalla stampa che dal celebre lungometraggio, Gloria. L’aspetto della ricezione e della percezione è spinto sul campo estetico-filosifico da un terzo articolo, quello di Ludmilla Malinovksy: la studiosa s’interroga su come la fotografia sia in grado di ridare valore estetico anche alle steli più banali, ampliandone l’accessibilità e riattualizzandone il messaggio. L’analisi monumentale, nella sua forma architettonica e nel rapporto urbanistico con la città, è al centro del contributo di Vincenza Garofalo sul monumento ai caduti di Palermo, affidato ad Ernesto Basile (1857-1932) in commemorazione del cinquantenario della battaglia del 27 maggio 1860 e che oggi ha valenze radicalmente differenti dai suoi presupposti. Anche l’articolo di Elena Franchi si concentra su un soggetto architettonico - il tempio votivo del Lido – sottolineandone però la valenza simbolica: il tempio dunque come emblema di preghiera e di fede, calato in un contesto storico ben delineato. Tocca una querelle letteraria l’intervento di Rosella Mamoli Zorzi che muove dalla stele eretta nel 1979 a Fossalta di Piave, dove Ernest Hemingway (1899-1961) fu ferito l’8 luglio del 1915, per analizzare sia come lo scrittore abbia portato una ventata di spietato realismo rispetto all’idea della guerra radicata nella narrativa statunitense sia per chiarire i fraintendimenti con Giovanni Comisso (1895-1969) di fronte alla medesima esperienza del fronte.

mercoledì 20 maggio 2015

Vincenzo Vela





Torino, febbraio 1919

È affidato a Francesco Sapori l’introduzione del n.8 della collana “Maestri dell’Arte” che, nel febbraio del 1919, consacra definitivamente il nome di Vela tra i grandi maestri dell’Ottocento italiano.

It’s signed by Francesco Sapori the introduction to the n.8 of “Maestri dell’Arte”, a series of books that, in February 1919, definitely consecrated Vela’s name as one of the greatest sculptor of the Italian XIX century.

martedì 18 novembre 2014

Tre studi per Macello Mascherini



Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste - ZeL Edizioni, 2014
pp.88, 18 euro

Il volume raccoglie tre interventi inediti che gli autori hanno presentato il 7 novembre 2013 al Museo Sartorio, in occasione della conferenza organizzata dal Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste, nel trentennale dalla scomparsa di Marcello Mascherini.

Enrico Lucchese ha approfondito gli anni della formazione dello scultore giuliano, dall’esperienza alla Scuola dei Capi d’Arte al rapporto con il critico e collezionista Manlio Malabotta. Massimo De Sabbata ha concentrato la sua riflessione sull’Icaro, imponente gesso esposto alla Triennale di Milano nel 1933, dal quale prende avvio la speculazione mascheriniana sul rapporto tra scultura ed architettura. Infine Cristina Beltrami ricostruisce le vicende attorno alle due mostre personali di Marcello Mascherini a Parigi, quella del marzo del 1953 alla galleria Drouant-David e la successiva, del 1959, alla galleria David et Garnier.

Gli autori hanno potuto contare sul supporto scientifico e iconografico dell’Archivio Marcello Mascherini.

giovedì 6 febbraio 2014

Parma - Raccolta di cartoline vintage





Una piccola pubblicazione d’inizio secolo raccoglie alcune cartoline dedicate ai tesori parmigiani: in copertina campeggia la personificazione della città mentre all’interno una veduta di Piazza Garibaldi mostra il monumento di Davide Calandra, svelato nel 1893.

It’s a little book holding all the Parma’s treasures: the cover is dominated by the monumental figure of the Town while inside there’s a ancient view of Garibaldi Place with the monument by Davide Calandra, unveiled in 1893.

giovedì 9 maggio 2013

Vintage post






Catalogue des tableaux anciens du XVI siècle et belles sculptures des XIV, XV, XVI, XVII siècle
Parigi, 1923

Trovo curioso proporvi un antesignano dei moderni cataloghi d’asta: la pubblicazione in questione documenta una piccola asta tenutasi martedì 20 febbraio 1923 all’Hotel Drouot di Parigi e in cui le belles sculptures annunciate dal titolo sono per lo più opere medievali in pietra.

I find curious to propose you an antecedent of the modern auction catalogues: this publication testifies a little auction of the Hotel Drouot in Paris on February 20th: the belles sculptures announced in the title are mostly Medieval stones.

martedì 2 aprile 2013

SCULTURA FUTURISTA BOCCIONI - Roberto Longhi



Muscoli in velocità

Antigrazioso

Forme uniche della continuità nello spazio

SCULTURA FUTURISTA BOCCIONI - Roberto Longhi
1914

Nel 1914, per i tipi della “Voce”, Roberto Longhi propose uno sguardo pressoché coevo sul fenomeno della scultura futurista, lasciando alcune pagine, tra le più raffinate e forbite, sui pezzi modellati da Umberto Boccioni.

In 1914, edited by the “Voce”, Roberto Longhi proposed a sight almost coeval on the Futurism sculpture, so he left some pages, may be the most refined and cultured, on the works modelled by Umberto Boccioni.


martedì 19 marzo 2013

Scultura Italiana Moderna – Francesco Sapori












La Libreria dello Stato, Roma, 1949

Nel 1949 Francesco Sapori dà alle stampe un testo elegante, paludato e soprattutto tradotto sia in inglese che in spagnolo, nel tentativo di dare una visibilità internazionale alla scultura italiana dell’Otto e Novecento.

In 1949 Francesco Sapori published a “coffee-table book” on the Italian Sculpture of the XIX and XX centuries: the great volume has been translated in English and Spanish in the way to join an international audience.

domenica 18 novembre 2012

La Splendeur de Venise et de l’Art moderne




a cura di Cristina Beltrami
con testi di Colin Lemoine e Myriam Zerbi
ZeLedizioni, Treviso, 2012
francese/italiano; 128 pp.

Nel 1914 Antoine Bourdelle visita per la prima volta l’Italia; l’occasione è data dalla sua mostra personale alla Biennale di Venezia. L’incontro con la città lagunare, in particolare con l’arte bizantina, è immaginato da tempo ciò che inaspettatamente stupisce l’artista è invece la pittura di Emma Ciardi. Le impressioni di una brulicante Venezia si sovrappongono così, tra critica e vita privata, alle vivide campiture della pittrice.
Per maggiori informazioni, http://www.zeledizioni.it/tienda/it/content/la-splendeur-de-venise-et-de-l’art-moderne

In 1914 Antoine Bourdelle was in Italy for his first time: the reason was his personal exhibition at the Venice Biennale. He was ravished by the Byzantine art as by the common popular life of the city and although by Emma Ciardi’s painting. So the memories of a swarming Venice overlapped, between critic and personal life, on the vivid strokes of the painter.

For further information, http://www.zeledizioni.it/tienda/it/content/la-splendeur-de-venise-et-de-l’art-moderne

giovedì 5 aprile 2012

Collection des oeuvres de E. Frémiet





Collezione delle opere di Emmanuel Frémiet
F. Bardienne Ed., Parigi, 1910

Trovato in un mercatino il catalogo della Collection des oeuvres dello scultore Emmanuel Frémiet; con tanto di prezzi!

Found in a flea market the catalogue of the Collection of Frémiet’s sculptures; even with their prices!


domenica 19 febbraio 2012

MILLENOVECENTOUNDICI - Presentazione del volume






6 marzo 2012
Treviso, Museo di Santa Caterina

"Millenovecentoundici. Le Arti in Friuli e Veneto" è una riflessione sulla complessa situazione di un anno che segna il cinquantenario dell’Italia unita e al contempo l’atto fondante di Banca FriulAdria, promotrice della collana “Segni da un territorio”.
Il volume dunque racconta la realtà storico artistica attraverso nove saggi che prendono in esame lo stato della pittura, della scultura, dell’architettura e delle arti applicate locali, inserite nel sistema delle grandi mostre internazionali. Un inquadramento storico di Pierandrea Moro apre l’ordine degli scritti, seguito da Alessandra Zamperini ed Eugenia Querci che si concentrano sulla presenza degli artisti veneti e friulani alle due grandi Esposizioni celebrative romane del 1911, rispettivamente una d’arte antica a Castel Sant’Angelo e l’altra d’arte contemporanea, allestita in imponenti edifici effimeri. Sempre in chiave veneto-friulana, Monica Molteni prende in esame la celebre mostra sul ritratto che Ugo Ojetti organizza a Firenze nella primavera del 1911 con un successo strepitoso. Malvina Borgherini fotografa la situazione dell’architettura regionale, mentre Nico Stringa legge l’evoluzione della scultura attraverso gli occhi immaginari di un giovane Arturo Martini. Il saggio di Giovanna Montani e Laura D’Angelo ricostruisce la figura di Enrico Chiaradia, uno scultore friulano insensatamente dimenticato, benché autore di numerosi monumenti, tra cui il Vittorio Emanuele del Vittoriano. Maria Novella Benzoni e Cristina Beltrami compendiano lo stato delle arti applicate che proprio nel 1911 si stavano accordando su sinuosità Liberty. Non poteva mancare poi uno sguardo, sempre a cura di Cristina Beltrami, sulle biennali veneziane che a partire dal 1895 sono il più prestigioso evento internazionale sul territorio veneto. Infine il volume si chiude con un quadro cronologico accompagnato da curiose immagini d’epoca per un anno ricco di eventi: dall’impresa coloniale dell’Italia in Libia alla Gioconda trafugata al Louvre.